martedì, gennaio 23, 2007

IL PARTITO DEL RAICHSTAG PER LE RIFORMME LIBERALI E LIBERISTE

Allora oggi parlerò del partito che mi sto apprestando a Fondare: IL P.R.R.L.L. PARTITO DEL RAICHSTAG PER LE RIFORME LIBERALI E LIBERISTE.
Ecco quali sono i suoi fondamenti: il mio partito nasce da una cultura cattolica liberalsocialista (questa parola esprime la vera natura del mio partito...), fondata sul populismo e l'integrazione sociale ma allo stesso tempo razzista; oltre a questo siamo con i piu' ricchi e potenti.
Ecco a voi i punti fondamentali del mio programma:
Depenalizazione dei reati razzisti e sessisti: in du parole se picchi un negro o un finocchio hai fatto bene anzi viene arrestato lui visto che è di un genere animale inferiore. Il Falso in bilancio non esisterà piu' come i reati di mafia e la P2 diventerà un organo del parlamento al posto della camera e non si potrà eleggere i suoi rappresentanti.
Concordato Stato e Chiesa: la chiesa ha ufficialmente il diritto di veto sulle leggi che crede immorali tipo Pax, Eutanasia, Libertà di Pensiero, Ricerca, Libertà di Parola, Libertà di Satira e Pedofilia.
Legge Finanziaria: chi guadagna meno di 1 milione di euro all'anno dovrà pagare le tasse al pari del 80% del suo guadagno annuo, chi guadagna di piu' dal milione ai 5 Milioni di Euro pagherà il 10% di tasse sul suo fatturato annuo chi guadagna piu' di 5 milioni di euro non paga le tasse. Verrà rimessa la tassa di successione solo però per le famiglie con un reddito inferiore a 10000 euro l'anno e se non hanno nulla da far ereditare il figli vedranno aumentare la loro tassasione al 90% del loro redditto annuo. L'età pensionabile per gli operaia sarà portata a 95 anni e se fai un lavoro logorante sarà portata a 105.
Poi ci sarà il suffragio a base del reddito se guadagni meno di 50000 euro l'anno non puoi votare ed anche se sei ricco e negro o non di razza caucasica oppure se sei gay enon cattolico.

Questo è il mio bel programma ditemi vi piace?

Poi puoi partecipare alla creazione del simbolo mandatamelo: simboloPartito
Adie

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5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

la sinistra ultraconservatrice uen i uon tu uineuon

10:07 PM  
Anonymous Anonimo said...

senti ma te per caso sai se dalla mente e dall’ingegno fervido di Italo Svevo, Senilità si pone cronologicamente al centro di un’importante trilogia, seguendo Una vita (1892) e precedendo La coscienza di Zeno (1923).

Pubblicato per la prima volta nel 1898 a spese dell’autore, il romanzo andò incontro ad un triste insuccesso e all’indifferenza della critica, tanto che lo stesso Svevo, nella prefazione alla seconda edizione, sentì di poter scrivere: «Non ha ottenuto una sola parola di lode o di biasimo». Fu Joyce che nel 1927, dopo aver dichiarato pubblicamente il suo sincero apprezzamento per questo libro, ne decretò il trionfo, facendo sì che esso fosse assurto a capolavoro.

«Affettuoso e acuto critico» ne fu altresì Montale, come lo stesso Svevo riferisce nella già citata prefazione, definendolo «giovine e pensoso amico».

Nel tratteggiare l’ambiente triestino in cui la vicenda è ambientata, Svevo dà vita ai corpi e alle figure dei quattro personaggi centrali del romanzo: Emilio Brentani, Stefano Balli, Angiolina e Amalia. A tutti gli altri, che casualmente entrano nella vicenda a respirarne gli intrecci, l’autore lascia il semplice ruolo di comparse.

Tutto ciò che egli non omette di descrivere, come i fatti esteriori o gli ambienti sociali e fisici, ha poco peso nella narrazione, poiché quest’ultima è essenzialmente rivolta all’indagine psicologica e all’introspezione dei protagonisti. Fra essi, criticamente disegnato da Svevo, spicca il ritratto di Emilio Brentani, attraverso la cui mente si districa e svolge inesorabilmente la storia.

Dal punto di vista sociale Emilio è un intellettuale piccolo borghese (soprattutto in virtù di un romanzo scritto negli anni della giovinezza). Dal punto di vista psicologico, invece, egli è un "inetto", un debole, un uomo che mente a se stesso pur di non scoprirsi misero e finito. Il protagonista sveviano si difende dal polifonico mondo che lo circonda riparandosi entro le mura del nido domestico e sotto le ali protettrici di Amalia, una sorella che è, nel contempo, figura materna. Da vile e incapace qual è, Emilio sogna l’uscita dal nido e il godimento dei piaceri della vita e, quando finalmente nella sua esistenza appare Angiolina, «una bionda dagli occhi azzurri grandi, alta e forte, ma snella e flessuosa, con il volto illuminato dalla vita, di un color giallo di ambra soffuso di rosa da una bella salute», in lei vede incarnati i simboli della pienezza vitale e della stessa salute fisica.

Tuttavia, sarà proprio nel rapporto con Angiolina -per Emilio sostanziale rapporto con la realtà- che emergerà l'inettitudine e l'immaturità del protagonista.

Nonostante i propositi di disinvolto giostrarsi e nuova sicurezza di proprie capacità, Emilio prova una forte paura nei confronti del sesso e della donna, tanto da giungere a trasfigurarla in figura angelica e pura, dalla quale invece Angiolina, superficiale, vanitosa e bugiarda, è infinitamente lontana. Lo stesso possesso fisico con la donna lo lascia insoddisfatto e turbato, poiché ne contamina l’ideale.

A contrastare la figura di Emilio è quella di un amico, Stefano Balli, amore non corrisposto di Amalia. Questi è ciò che Emilio non ha il coraggio di essere: un uomo forte, dominatore, certo di sé, presuntuoso ai limiti della sopportazione. Malgrado l’apparenza scientemente lasciata tale, a chi gratti per arrivare fino al fondo dell’anima sia di Brentani, che di Balli, non sarà difficile scoprirne la medesima natura di uomini fragili e immaturi. A dividerli un solo tratto: il diverso confluire dei pensieri immateriali nel mondo del concreto. Mentre Emilio reagisce con una sorta di vittimismo di fronte agli eventi, Stefano cerca di mascherare i propri limiti lasciandosi trasportare dall’illusione d'onnipotenza.

La storia ha come fulcro il rapporto sentimentale tra Emilio e Angiolina, ma solo superficialmente è il racconto di un amore ossessivo. In realtà è nient’altro che un preciso quadro psicologico dell’intellettuale piccolo borghese in crisi con se stesso. E con l'essere di sé fuori da sé, nel mondo di sempre.

Il protagonista è terrorizzato dalla realtà, tenta di atteggiarsi a uomo cinicamente gelido e finisce, invece, col raggiungere il solo, penoso camuffamento dei caratteri propri in forma consolante.

In Senilità l’attenzione è puntata sul pensiero di Emilio: raramente il punto di vista è quello di Amalia o Balli e, comunque, mai quello di Angiolina. Nonostante ciò, il protagonista della vicenda è uomo che non sa riportare la realtà, se non deformandola. Per questo motivo il narratore, vispo di ruvida lucidità, interviene con scaltra frequenza a giudicarlo in modo severo, a volte crudele. Spesso ironizza, getta la propria sprezzante opinione servendosi di aggettivi o semplici avverbi, lascia assaporare il gusto amaro del giudizio. In altri casi, infine, tace.

Il linguaggio di Emilio non è quello di Svevo, come a molti verrebbe da pensare, ma il risultato di una fedele registrazione del modo d’esprimersi di Emilio stesso, che usa frasi enfatiche, talvolta patetiche, insieme melodrammatiche e banali.

Così come Emilio nasce, muore. In effetti, la struttura del romanzo è assolutamente circolare: egli non impara nulla dalla vicenda, resta l’inetto, incapace, fragile e immaturo uomo che Svevo accanitamente critica. E così Balli torna alla sua vita non frequentando più l’amico, Angiolina fugge con un banchiere, Amalia muore. E ad Emilio Brentani, rimasto chiuso in una senilità precoce, non resta che guardare al passato, come un vecchio alla propria gioventù.

11:53 PM  
Anonymous Anonimo said...

Io invece ieri mi sono operato alla merda. Nel senso che ora me la faccio asportare chirurgicamente.
Me l'ha consigliato Agroppi.
Diolebbra.

12:05 AM  
Anonymous Anonimo said...

chiu vinu pi tutti

12:17 AM  
Anonymous Anonimo said...

se ti serve un portaborse, io ci sto _Leo_

6:21 PM  

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