IL PARTITO DEL RAICHSTAG PER LE RIFORMME LIBERALI E LIBERISTE
Allora oggi parlerò del partito che mi sto apprestando a Fondare: IL P.R.R.L.L. PARTITO DEL RAICHSTAG PER LE RIFORME LIBERALI E LIBERISTE.
Ecco quali sono i suoi fondamenti: il mio partito nasce da una cultura cattolica liberalsocialista (questa parola esprime la vera natura del mio partito...), fondata sul populismo e l'integrazione sociale ma allo stesso tempo razzista; oltre a questo siamo con i piu' ricchi e potenti.
Ecco a voi i punti fondamentali del mio programma:
Depenalizazione dei reati razzisti e sessisti: in du parole se picchi un negro o un finocchio hai fatto bene anzi viene arrestato lui visto che è di un genere animale inferiore. Il Falso in bilancio non esisterà piu' come i reati di mafia e la P2 diventerà un organo del parlamento al posto della camera e non si potrà eleggere i suoi rappresentanti.
Concordato Stato e Chiesa: la chiesa ha ufficialmente il diritto di veto sulle leggi che crede immorali tipo Pax, Eutanasia, Libertà di Pensiero, Ricerca, Libertà di Parola, Libertà di Satira e Pedofilia.
Legge Finanziaria: chi guadagna meno di 1 milione di euro all'anno dovrà pagare le tasse al pari del 80% del suo guadagno annuo, chi guadagna di piu' dal milione ai 5 Milioni di Euro pagherà il 10% di tasse sul suo fatturato annuo chi guadagna piu' di 5 milioni di euro non paga le tasse. Verrà rimessa la tassa di successione solo però per le famiglie con un reddito inferiore a 10000 euro l'anno e se non hanno nulla da far ereditare il figli vedranno aumentare la loro tassasione al 90% del loro redditto annuo. L'età pensionabile per gli operaia sarà portata a 95 anni e se fai un lavoro logorante sarà portata a 105.
Poi ci sarà il suffragio a base del reddito se guadagni meno di 50000 euro l'anno non puoi votare ed anche se sei ricco e negro o non di razza caucasica oppure se sei gay enon cattolico.
Questo è il mio bel programma ditemi vi piace?
Poi puoi partecipare alla creazione del simbolo mandatamelo: simboloPartito
Adie
Ecco quali sono i suoi fondamenti: il mio partito nasce da una cultura cattolica liberalsocialista (questa parola esprime la vera natura del mio partito...), fondata sul populismo e l'integrazione sociale ma allo stesso tempo razzista; oltre a questo siamo con i piu' ricchi e potenti.
Ecco a voi i punti fondamentali del mio programma:
Depenalizazione dei reati razzisti e sessisti: in du parole se picchi un negro o un finocchio hai fatto bene anzi viene arrestato lui visto che è di un genere animale inferiore. Il Falso in bilancio non esisterà piu' come i reati di mafia e la P2 diventerà un organo del parlamento al posto della camera e non si potrà eleggere i suoi rappresentanti.
Concordato Stato e Chiesa: la chiesa ha ufficialmente il diritto di veto sulle leggi che crede immorali tipo Pax, Eutanasia, Libertà di Pensiero, Ricerca, Libertà di Parola, Libertà di Satira e Pedofilia.
Legge Finanziaria: chi guadagna meno di 1 milione di euro all'anno dovrà pagare le tasse al pari del 80% del suo guadagno annuo, chi guadagna di piu' dal milione ai 5 Milioni di Euro pagherà il 10% di tasse sul suo fatturato annuo chi guadagna piu' di 5 milioni di euro non paga le tasse. Verrà rimessa la tassa di successione solo però per le famiglie con un reddito inferiore a 10000 euro l'anno e se non hanno nulla da far ereditare il figli vedranno aumentare la loro tassasione al 90% del loro redditto annuo. L'età pensionabile per gli operaia sarà portata a 95 anni e se fai un lavoro logorante sarà portata a 105.
Poi ci sarà il suffragio a base del reddito se guadagni meno di 50000 euro l'anno non puoi votare ed anche se sei ricco e negro o non di razza caucasica oppure se sei gay enon cattolico.
Questo è il mio bel programma ditemi vi piace?
Poi puoi partecipare alla creazione del simbolo mandatamelo: simboloPartito
Adie
Etichette: Dubbi Satirici, P.R.R.L.L.
5 Comments:
la sinistra ultraconservatrice uen i uon tu uineuon
senti ma te per caso sai se dalla mente e dall’ingegno fervido di Italo Svevo, Senilità si pone cronologicamente al centro di un’importante trilogia, seguendo Una vita (1892) e precedendo La coscienza di Zeno (1923).
Pubblicato per la prima volta nel 1898 a spese dell’autore, il romanzo andò incontro ad un triste insuccesso e all’indifferenza della critica, tanto che lo stesso Svevo, nella prefazione alla seconda edizione, sentì di poter scrivere: «Non ha ottenuto una sola parola di lode o di biasimo». Fu Joyce che nel 1927, dopo aver dichiarato pubblicamente il suo sincero apprezzamento per questo libro, ne decretò il trionfo, facendo sì che esso fosse assurto a capolavoro.
«Affettuoso e acuto critico» ne fu altresì Montale, come lo stesso Svevo riferisce nella già citata prefazione, definendolo «giovine e pensoso amico».
Nel tratteggiare l’ambiente triestino in cui la vicenda è ambientata, Svevo dà vita ai corpi e alle figure dei quattro personaggi centrali del romanzo: Emilio Brentani, Stefano Balli, Angiolina e Amalia. A tutti gli altri, che casualmente entrano nella vicenda a respirarne gli intrecci, l’autore lascia il semplice ruolo di comparse.
Tutto ciò che egli non omette di descrivere, come i fatti esteriori o gli ambienti sociali e fisici, ha poco peso nella narrazione, poiché quest’ultima è essenzialmente rivolta all’indagine psicologica e all’introspezione dei protagonisti. Fra essi, criticamente disegnato da Svevo, spicca il ritratto di Emilio Brentani, attraverso la cui mente si districa e svolge inesorabilmente la storia.
Dal punto di vista sociale Emilio è un intellettuale piccolo borghese (soprattutto in virtù di un romanzo scritto negli anni della giovinezza). Dal punto di vista psicologico, invece, egli è un "inetto", un debole, un uomo che mente a se stesso pur di non scoprirsi misero e finito. Il protagonista sveviano si difende dal polifonico mondo che lo circonda riparandosi entro le mura del nido domestico e sotto le ali protettrici di Amalia, una sorella che è, nel contempo, figura materna. Da vile e incapace qual è, Emilio sogna l’uscita dal nido e il godimento dei piaceri della vita e, quando finalmente nella sua esistenza appare Angiolina, «una bionda dagli occhi azzurri grandi, alta e forte, ma snella e flessuosa, con il volto illuminato dalla vita, di un color giallo di ambra soffuso di rosa da una bella salute», in lei vede incarnati i simboli della pienezza vitale e della stessa salute fisica.
Tuttavia, sarà proprio nel rapporto con Angiolina -per Emilio sostanziale rapporto con la realtà- che emergerà l'inettitudine e l'immaturità del protagonista.
Nonostante i propositi di disinvolto giostrarsi e nuova sicurezza di proprie capacità, Emilio prova una forte paura nei confronti del sesso e della donna, tanto da giungere a trasfigurarla in figura angelica e pura, dalla quale invece Angiolina, superficiale, vanitosa e bugiarda, è infinitamente lontana. Lo stesso possesso fisico con la donna lo lascia insoddisfatto e turbato, poiché ne contamina l’ideale.
A contrastare la figura di Emilio è quella di un amico, Stefano Balli, amore non corrisposto di Amalia. Questi è ciò che Emilio non ha il coraggio di essere: un uomo forte, dominatore, certo di sé, presuntuoso ai limiti della sopportazione. Malgrado l’apparenza scientemente lasciata tale, a chi gratti per arrivare fino al fondo dell’anima sia di Brentani, che di Balli, non sarà difficile scoprirne la medesima natura di uomini fragili e immaturi. A dividerli un solo tratto: il diverso confluire dei pensieri immateriali nel mondo del concreto. Mentre Emilio reagisce con una sorta di vittimismo di fronte agli eventi, Stefano cerca di mascherare i propri limiti lasciandosi trasportare dall’illusione d'onnipotenza.
La storia ha come fulcro il rapporto sentimentale tra Emilio e Angiolina, ma solo superficialmente è il racconto di un amore ossessivo. In realtà è nient’altro che un preciso quadro psicologico dell’intellettuale piccolo borghese in crisi con se stesso. E con l'essere di sé fuori da sé, nel mondo di sempre.
Il protagonista è terrorizzato dalla realtà, tenta di atteggiarsi a uomo cinicamente gelido e finisce, invece, col raggiungere il solo, penoso camuffamento dei caratteri propri in forma consolante.
In Senilità l’attenzione è puntata sul pensiero di Emilio: raramente il punto di vista è quello di Amalia o Balli e, comunque, mai quello di Angiolina. Nonostante ciò, il protagonista della vicenda è uomo che non sa riportare la realtà, se non deformandola. Per questo motivo il narratore, vispo di ruvida lucidità, interviene con scaltra frequenza a giudicarlo in modo severo, a volte crudele. Spesso ironizza, getta la propria sprezzante opinione servendosi di aggettivi o semplici avverbi, lascia assaporare il gusto amaro del giudizio. In altri casi, infine, tace.
Il linguaggio di Emilio non è quello di Svevo, come a molti verrebbe da pensare, ma il risultato di una fedele registrazione del modo d’esprimersi di Emilio stesso, che usa frasi enfatiche, talvolta patetiche, insieme melodrammatiche e banali.
Così come Emilio nasce, muore. In effetti, la struttura del romanzo è assolutamente circolare: egli non impara nulla dalla vicenda, resta l’inetto, incapace, fragile e immaturo uomo che Svevo accanitamente critica. E così Balli torna alla sua vita non frequentando più l’amico, Angiolina fugge con un banchiere, Amalia muore. E ad Emilio Brentani, rimasto chiuso in una senilità precoce, non resta che guardare al passato, come un vecchio alla propria gioventù.
Io invece ieri mi sono operato alla merda. Nel senso che ora me la faccio asportare chirurgicamente.
Me l'ha consigliato Agroppi.
Diolebbra.
chiu vinu pi tutti
se ti serve un portaborse, io ci sto _Leo_
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