mercoledì, novembre 28, 2007

Mi Chi si Arvede

Rileggiendo i vari commenti ai miei vecchi post c'era un link: ( http://www.korazym.org/news1.asp?Id=25709) lasciatomi da DDR, quello che lascia 7o commenti alla volta che scrive velocissimo e per questo gni auguro di doversi operare presto al Tunnel Carpale (che dio l'abbia sempre in gloria), vi erano varie foto de sta grigliata. La cosa piu' bella assje è che molti vedono in sto foco l'immagine del Pappa timido (quello che tremava ve lo ricordate èh? quello che mandò via dei preti missoniari in Brasile che per diminuire il contagio di ADIS nelle varie baraccopoli spacciavano preservativi ed insegnavano il sesso sicuro? O quello che era anche amicone di Pinochet che andava li e la sera se divertivano a fare du chiacchere a tarallucci e vin santo? si proprio lui).

Allora rovistando nei vari archivi delle grigliate organizzate della Vaticano S.P.A. ho scoperto che l'immagine è dovuta ad una cureggia di un certo Padre Watorenoski che ha preso foco e complice la potenza di essa ed il vento ha preso sta forma.


All'inizio sembrava che il personaggio apparso fosse quel frate che col trapano e l'acido se faceva le stigmati come se chiama... quello de Pietralcina con la barba che dice che le ferite e l'acido che ci metteva per non farle scomparire lo facevano profumare.... A si ecco Padre Pie poi sono passati alla Madonna (denominandola Madonna freddolosa per via dello scialle) alla fine visto che erano in Polonia, che vogliono far Santo l'ex Papa e che il suo marchio inizia a tirare hanno detto che la forma presa dal foco era il Papa timido (forse anch
e perché l'immagine tremava...). Allora io che sono un grande devoto in verità ce vedo il Battistero de Sant'Agata dei Ponci invece voi che ce vedete?

Che sia lodato coso (op. cit.)

Adie

P.s. Ieri ho notato che le mie feci assomigliavano a San Ciro Martire ma io l'ho distrutta visto che sò che il diabule è uno stronzolo e ha fatto questo per ingannare la mia anima e portarla all'inferno.


Ho fatto bene ha fare così?
(Mi è apparso piu' o meno così San Ciro Martire nelle mie feci)


ArAdie

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9 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Non è vero che faccio queste cose brutte brutte brutte, e anche se le avessi fatte (non certo da solo!!!), ammesso e non concesso, ho fatto tutto sotto la minaccia della pistola spianata di Sua Altissima Eccellenza Serenissima Cardinal Bagnasco, ma dato che non ho fatto niente e questo è, posso stare con la coscienza a posto, io, cosa che non può fare Sua Eccellenza Serenissima.

Ma posso darle un indizio:
OSCONANO e OSCARALE

Saluto e Riverisco

12:56 PM  
Anonymous Anonimo said...

AL COMANDO STAZIONE DEI CARABINIERI MILANO SAN CRISTOFORO

Io sottoscritto Russo Angelo, nato a Piazza Armerina (EN) in data 12.04.1948
Residente a Milano (Mi) in via Giambellino, n° 48 Telefono 0247710073
Stato civile coniugato professione pensionato.

Querelo

La signora Caramia Cira, il signor Maurizio Russo, la signorina Isabella Russo, residenti a Milano, in via Giambellino, 48 per i seguenti fatti:
Hanno ignorato la diffida allegata. Sbeffeggiandomi, continuano, e con maggiore recrudescenza, nei loro comportamenti, come appresso descritto. La pazienza ha un limite.


In seguito ad una aggressione subita il 4 maggio 2004 e denunciata al Commissariato Porta Genova Mi il 6 maggio 2004 e alla Procura di Milano in data 4 giugno 2004, accompagnato necessariamente dalla moglie, mi recai al Pronto Soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli.

1:02 PM  
Anonymous Anonimo said...

Diffida allegata

Studio legale Filacchione

Milano 4 ottobre 2004

Gentile sig.ra
Cira Caramia

Egregio
Maurizio Russo

Gentile
Isabella Russo

Via Giambellino n. 48
20146 Milano

raccomandata a.r.

OGGETTO: RUSSO/CARAMIA

Gentile signora Caramia sig. Maurizio, signorina Isabella, mi riferisce il signor Russo che in moltissime occasioni la sig.ra Caramia a partire dal maggio 2004 ha tentato sia direttamente, sia chiamando la forza pubblica, sia la Croce verde, di allontanare suo marito da casa e, non riuscendoci, ha èpreteso che lo stesso viva chiuso in una stanza (la prima a sinistra entrando nell'appartamento), salvo entrarci Lei e lasciarci entrare altri in ogni momento.

Pertanto, con la presente, la diffido dal tenere un simile comportamento ingiustificato e, poiché il signor Russo mi riferisce che anche i Vs. due figli seguono le istruzioni della madre, invito anche gli stessi a e vitare tali comportamenti. Inoltre pare che né Lei né i figli parliate più con il sig. Russo. Tale comportamento, oltre che eticamente scorretto, visto che il signor Russo ha mantenuto tutti e tre sino ad oggi, è violazione dei doveri coniugali e filiali.

Vi invito a prendere contatto con lo Studio entro tre giorni dal ricevimento della presente, in difetto mi riterrò libera di procedere in ogni sede per la tutela degli interessi del signor Russo.
Con i migliori saluti
Avv. Rossana Filacchione

P.S.
I signori/e diffidati/e sapevano della diffida prima che la ricevessero e, "stranamente", dopo il ricevimento, per niente intimoriti, continuarono come e più di prima nei loro comportamento al di fuori di qualsiasi regola e comprensione.
Lo feci presente all'avvocata, ma come risposta... il silenzio.
Inutile dire che contro i Tre l'avvocata non procedette per la tutela dei miei interess

1:14 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ferdinando Vitiello - Procuratore della Repubblica Dr. :
"Dall'esposizione del querelante non emerge altro che la rappresentazione di viva conflittualità nell'ambito familiare, con esclusione di episodi da illeciti penali."

Disporsi l'archiviazione del procedimento

1:20 PM  
Anonymous Anonimo said...

Opposizione all'archiviazione 1° parte

PROCURA della REPUBBLICA
Presso il Tribunale ordinario di Milano
Atto N° 50103/04
Opposizione all’archiviazione e richiesta di prosecuzione delle indagini



Io, sottoscritto Russo Angelo, preso atto delle motivazioni per cui si richiede, con atto N. 50103/04, l’archiviazione della collegata Querela, presento opposizione e chiedo la prosecuzione delle indagini.

Non di conflittualità familiare si tratta, ma di una vera e propria persecuzione nei miei confronti da parte dei personaggi che si sono resi responsabili di tante, troppe, illegalità e crudeltà in data 4 maggio 2004.

Senza la complicità di mia moglie, signora Caramia Cira e i figli Russo Isabella e Maurizio, mai sarebbe potuta accadere una cosa del genere. Li ho querelati, e perché si sono resi responsabili delle tante nefandezze narrate nella Querela del 10 novembre 2004 e per potere arrivare al processo contro i veri criminali e truffatori di questa vicenda, innanzitutto quel tale Francesco Corriero, che, contro ogni previsione e qualsiasi ragione occupa ancora abusivamente il mio locale/negozio, sito in Milano via Lorenteggio, 30 e contro il capo pattuglia, chiamato dallo stesso Corriero, che asseriva essere in possesso di un regolare contratto d’affitto.

Non ho mai fatto nessun contratto a quel tizio, né lo esibì agli agenti intervenuti, ma, senza por tempo in mezzo e sbrigativamente, gli agenti mi intimarono di uscire dalla mia proprietà. E in che modo? Non mi diedero neanche il tempo di spiegare. Io, temendo fossero due falsi agenti, chiesi i loro nomi, chiesi di telefonare, al che mi sollevarono letteralmente di peso dalla sedia su cui ero tranquillamente seduto e… manette, e rigide. Il primo tac fu per il polso sinistro e il capo pattuglia la manetta la strinse talmente forte che per mesi soffrii di questa crudeltà che niente aveva a che fare con una regolare procedura, qualora ce ne fosse stato veramente bisogno. Capii subito che si trattava di delinquenti, complici di quell’altro delinquente, il Corriero, che li aveva chiamati. Ma cosa potevo fare? Più che urlare per chiedere aiuto! Il Corriero si apprestò a chiudere la porta del negozio, pioveva e le poche persone che passavano e cercavano di capire cosa stesse succedendo, erano invitate dal Corriero a proseguire.

Dopo la manetta al polso sinistro, il capo pattuglia mi assestò una ginocchiata alla schiena, mi strattonò il braccio destro. Ammanettato all’indietro e tenendomi supino sul pavimento, sempre col ginocchio sulla schiena, mi afferrò la nuca e mi sbatté la testa per terra (fronte lato destro), nessuna conseguenza, solo un segno che rimase visibile circa un mese e un intontimento che durò circa un quarto d’ora.

Infatti, mi portarono in auto, mi fecero sedere e… capivo che era quello il momento di urlare per attrarre l’attenzione della gente di passaggio, ma non vi riuscii. In macchina il capo pattuglia mi frugò nelle tasche, prese il primo mazzo di chiavi che trovò, rientrò nel negozio, consegnò quelle che credevano fossero del locale e ritornò. Il mazzo completo delle chiavi le avevo in un’altra tasca e quello che presero conteneva le chiavi di casa, solo una era del negozio e più esattamente della saracinesca, che presero dopo aver visto che entrava nella serratura. Presero un’altra chiave: era di casa. In precedenza avevo fatto installare due porte dallo stesso fabbro, quella di casa, appunto, e la porta esterna (di ferro) del retro negozio. Essendo ambedue della stessa marca (Secur Emme doppia mappa) le chiavi si infilavano nelle due toppe, ma, se invertite, non aprivano, né una né l’altra porta.
Pensando che non girasse per qualche difetto della serratura, la lasciarono dentro la toppa e… ci avrebbe pensato il Corriero, magari con un po’ d’olio a fare funzionare la chiave, gli agenti avevano fretta di allontanarsi dal posto: temevano che mi riprendessi e mi rimettessi ad urlare. Il capo pattuglia usci di corsa, ordino al secondo agente che era rimasto di guardia fuori, mise in moto e via… Mi ripresi subito e lo notarono, feci finta di cadere nell’incoscienza e li sentii parlottare del più e del meno. Sentii nominare anche mia moglie e credo che Le telefonarono anche.
Ciò lo realizzai in seguito, quando notai che il comportamento di mia moglie non era regolare. Per niente. La Questura non è poi cosi lontana da via Lorenteggio, più o meno ci vogliono venti minuti per arrivarci in macchina, al massimo mezz’ora, tenendo conto che pioveva e c’era qualche piccolo ingorgo. Ma non si arrivava mai e le strade percorse non mi sembravano quelle per andare in Questura. Chiesi ai due agenti,che continuavano amabilmente a chiacchierare, il perché delle manette e, comunque, di allentarmi la manetta sinistra, sorridendo, il capo pattuglia mi rispose che le manette servivano e che la pressione era quella giusta…”lo facciamo apposta” “deve imparare a stare al mondo” “non si preoccupi, non muore”. Infatti, solo in seguito capii che l’azione doveva servire a distruggermi fisicamente ed economicamente, moralmente e psichicamente. Ci riuscirono solo in parte, posso affermare che, tranne rallentamenti del pensiero e ovvie piccole confusioni generali, più per via dello stupore che nient’altro, quella botta in testa non produsse l’effetto sperato… i presupposti per la tanta agognata interdizione da parte di mia moglie e soci non scattarono. Conservai e conservo intatto la capacità di discernimento, di pensiero, prova ne è il fatto che ho resistito fino ad oggi ad una situazione che mi ha visto… pestato, deriso, minacciato, boicottato, abbandonato, tradito, perseguitato. Basta leggere tutte le denunce e Querele che sono stato costretto a presentare e quelle ricevute.

“Devi imparare a stare al mondo”, era una frase che mi ripeteva spesso mia moglie e me la disse anche un Comandante della Questura di via Fatebenefratelli. Bello, per impararti a stare al mondo, i muscolosi ti pestano, i colleghi ti trattengono in Questura lasciandoti urlare per ore, senza darti una risposta e minacciandoti che… “se ti ribelli è peggio.” Con l’intenzione di fiaccarti nello spirito, ciò, per poi affidarti alla famiglia che, abbandonandoti, boicottandoti persino nelle comunicazioni, scoraggiando vicini, conoscenti e parenti ad avvicinarti perché… irascibile, pazzo, violento pericoloso… potenziale assassino (Querela di Francesco Corriero e Comparsa dello stesso mascalzone, assistito dall’avv. Bianchi) “Devi imparare a stare al mondo.” In poche parole, volevano impararmi a stare al mondo mandandomi in cielo, possibilmente in modo naturale, magari inducendoti al suicidio per la disperazione. A casa pensai al suicidio più volte, ma poi… “Perché la devo dare vinta a tutti questi animali, compresi moglie e figli, che per una vita ho mantenuto al meglio, con grande dispendio di energie fisiche ed intellettuali? Lasciamo fare al destino. Ed eccomi qua.
Il 113, quel 113 intervenne per affari privati usando una macchina dello Stato. Gli agenti, autentici banditi, sono ancora a piede libero e liberi di continuare a buttarmi tra i piedi moglie e figli, alfine di fare scivolare il tutto in una questione tra me e la mia famiglia. Questa impostazione l’aveva data anche l’avv. Filacchione, consigliatomi da mia moglie quando ancora stavo troppo male e non sapevo ancora esattamente quale fosse il ruolo di questa indegna donna. Manipolata, si, ma troppo crudele per essere perdonata, e con Lei i figli.
Nell’ambito familiare o parentale, indico nel signor Russo Silvio, mio fratello, come complice della prima ora. Infatti, si presenta a casa mia e con l’intento di dare una mano a farmi scivolare nella disperazione e nella pazzia alla pluri mancata assassina di mia moglie e dei figli. Questo fratello che solo poco tempo prima avevo tirato fuori da guai, altrimenti irrimediabili, si presenta a casa mia chiamato da mia moglie (prima, e da una vita, lo odiava visceralmente) il 5 maggio 2004. In quell’occasione, approfittando del fatto che non riuscivo a parlare, diede il meglio di se stesso per farmi sentire un handicappato, mi aizzava contro la moglie e mia figlia, nell’apoteosi generale debordò in un… “quello (io) mi spia nel bagno.”
Era troppo. Mi trattenei a forza, dal perdere il lume della ragione, ma ci riuscii e in seguito, capendo che era proprio un’esagerazione, si astenne dal ripeterlo. Avrei piacere di sapere cosa e chi ha convito questi quattro esserini, che si sono avvalsi sempre delle mia capacità per dare soluzione ai loro piccoli e grandi problemi ad unirsi e cercare di fare di me un MOSTRO.

QUESTURA
Sarebbe lunga raccontare le ore passate in Questura, l’ ho fatto in un mio libro/memoria realizzato durante i mesi della mia convalescenza o semi convalescenza. A modo mio, racconto i fatti, spruzzandoli di ironia e sarcasmo, senza rabbia e senza livore, ma con l’intento di avere giustizia
Nessuna intenzione di tipo artistico o intellettuale, tanti gli errori, poca scuola e il poco che so l’ ho imparato da solo, autodidatta.

Attendo, e spero si faccia giustizia subito, a cominciare dalla cacciata dell’abusivo dal mio negozio di via Lorenteggio. Il valore del negozio non sta solo nei muri, dentro sono ancora presenti i miei strumenti da lavoro, realizzazioni che mi dovevano servire per affrontare serenamente i prossimi anni (pensavo e penso ancora a quei poveri disgraziati (adesso) di mia moglie e i figli… L’operazione iniziata il 4 maggio, scempio economico e umano, che non so come mia moglie abbia potuto sponsorizzare e poi cercare di portare a compimento, aiutata dai figli, con quella crudeltà, che solo in parte si può cogliere negli episodi descritti nella Querela del 10 novembre 2004, solo da poco e dopo la revoca del mandato della mia ex avvocata, Rossana Filacchione, mi appare completamente nella sua atrocità e sento il dovere di portarla a conoscenza delle Autorità preposte. Prima lo facevo solo pubblicamente, ma erano più i detrattori, quelli che mi davano del pazzo, del visionario che intervenivano! Spalleggiatori o gli stessi creatori del mostro? No problem, si sono ritirati un po’ tutti con la coda fra le gambe e adesso tentano attraverso quella povera deficiente di mia moglie di non farmi arrivare in Tribunale. Mi vergogno, innanzitutto dei miei familiari e più che di loro di me stesso, per non aver capito in tempo che mia moglie e i figli stavano tramando, assieme a luridi personaggi questa storia, che mai avrei pensato di vivere. Pensavo che il Milleduecento fosse passato da un pezzo! Il tutto, ad arte, è stato esagerato, alfine di far apparire la vicenda incredibile.

Tornando al negozio di via Lorenteggio, (per fortuna non l’avevo intestato alla moglie interamente!) La disgraziata si è impossessata di altro negozio, che al momento dell’acquisto avevo intestato interamente a Lei, ha prelevato quanto c’era ed ha chiuso un conto corrente che, come fanno spesso i mariti che lavorano in proprio, Le avevo intestato. L’unico sforzo della demente è stato quello di apporre la firma, sul rogito! Adesso, in risposta ad un mio Ricorso per Separazione Giudiziale, ha risposto con altro Ricorso dello stesso tipo e chiede l’assegnazione della casa familiare, i soldi di un mio conto personale… Tutto, vuole tutto! E per me? Non gliene frega niente. Infatti, ho chiesto ultimamente, pur sapendo di non ottenere nulla, di essere aiutato nella spesa per controlli alla spalla sinistra e alla schiena , che da qualche tempo sono ritornati a darmi problemi. Macché! Moglie e figli, più mi vedono in difficoltà e più sono contenti. Il testo del Ricorso non contiene semplici richieste, come sempre avviene in questi casi, ma si inquadra bene nel disegno iniziale. Viste la mie difficoltà ad essere assistito da un avvocato, anche per via dell’indebolimento economico praticato inesorabilmente su di me e innanzittutto servendosi dei miei famigliari, sperano in un condanna in contumacia. Mi chiedo se l’avvocato di mia moglie, Grazia Cesaro, abbia redatto il Ricorso in buona o in malafede.

1:20 PM  
Anonymous Anonimo said...

NU E' VERA NIANTA
CONNUTU

1:28 PM  
Anonymous Anonimo said...

Mi cospargo il capo di cenere e semino i bacelli. E' vero, anche io ho partecipato alla drammatica serie di messaggi che funesta...

2:23 PM  
Blogger ggrillo said...

ah ah, "forse perchè l'immagine tremava" è bellissima.

9:10 AM  
Anonymous Anonimo said...

Io dalle volta sicché non sono taliano nascondo bigliettini de compita de matemateca ne le piaghe da decubito di povero presentatoro Socci che io porta sempre co me in letto con rote a scola con cartela de ghisa e umbrelino de scorza de noci.

12:30 PM  

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