Nuvella di Vavvo dalla Cina
CAVO DI CHINO
Tremebondo ed ebbro fin al porto di Shenzhen di pasti veloci, frustate
emotive di esotici sapori, mi recavo nel luogo dove, financo trent'anni fa,
si andava a pisciare. O non scopro, ratto, che l'ausilio a noi europei,
forse pure milanesi, ovvero quello della carta da culo, non poteva esser
cercato? Che fare ora, ahinoi? Pulirsi le mele con dozzinali sassolini
mischiati a calce fangosa di risaia o recarsi tosto nel piu' vicino tempio
scintoista per cacciare un moccolo arrotato e velenoso contro la divinita'
forestiera? Trovai lesto la soluzione; la seconda. Questo e', piu' o meno,
il giorno futurista, dove l'ardore di voler bruciare secolari giungle e
foreste leggendarie si mischia perfettamente con l'animo di questi allegri
nani gialli che costruiscono pure gli aeroporti sull'acqua. Che razza di
cani matti, ammirati e sparati come razzi verso l'aurora dell'oblio, in un
giorne dantesco che finisce la' dove inizia un involtino primavera precotto
di un qualsiasi ristorante italiano. Correre e levare gli scudi del
progresso, veloci come formiche morenti che trascinano la casina di pane al
casello di Terontola. Vorro' ricordarmi di loro come inutil isaggi
flemmatici nel pensiero ma abili di mano che, oltre a rovinarsi dalle seghe,
stanno portando il mondo verso la fine. Li amo
Visto che la storiella qui pubblicata non è la mia potete offendere l'autore cioè VAVVO
Adie
Tremebondo ed ebbro fin al porto di Shenzhen di pasti veloci, frustate
emotive di esotici sapori, mi recavo nel luogo dove, financo trent'anni fa,
si andava a pisciare. O non scopro, ratto, che l'ausilio a noi europei,
forse pure milanesi, ovvero quello della carta da culo, non poteva esser
cercato? Che fare ora, ahinoi? Pulirsi le mele con dozzinali sassolini
mischiati a calce fangosa di risaia o recarsi tosto nel piu' vicino tempio
scintoista per cacciare un moccolo arrotato e velenoso contro la divinita'
forestiera? Trovai lesto la soluzione; la seconda. Questo e', piu' o meno,
il giorno futurista, dove l'ardore di voler bruciare secolari giungle e
foreste leggendarie si mischia perfettamente con l'animo di questi allegri
nani gialli che costruiscono pure gli aeroporti sull'acqua. Che razza di
cani matti, ammirati e sparati come razzi verso l'aurora dell'oblio, in un
giorne dantesco che finisce la' dove inizia un involtino primavera precotto
di un qualsiasi ristorante italiano. Correre e levare gli scudi del
progresso, veloci come formiche morenti che trascinano la casina di pane al
casello di Terontola. Vorro' ricordarmi di loro come inutil isaggi
flemmatici nel pensiero ma abili di mano che, oltre a rovinarsi dalle seghe,
stanno portando il mondo verso la fine. Li amo
Visto che la storiella qui pubblicata non è la mia potete offendere l'autore cioè VAVVO
Adie
Etichette: Dubbi e riflessioni, Le Risa
3 Comments:
Ma VAVVO si buca?
nn conosco Vavvo ma la risposta alla domanda è "SI SI BUCA" ahahahahah dai scherzo!!!! ;P
Un poeta, Vavvo. Un poeta.
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